Il Training Autogeno fu ideato dal dott. Schultz (1884-1970), da sempre interessato ai fenomeni non solo strettamente organici ma anche di natura emotivo-psicologica.
Il training autogeno non e’ una semplice tecnica di rilassamento, ma un allenamento che permette di ottenere delle modificazioni psicofisiologiche e di conseguenza, modificazioni nella personalita’ e nel modo di comportarsi.
COSA SIGNIFICA
TRAINING= allenamento, cioe’ apprendimento graduale di una serie di esercizi di concentrazione psichica passiva che permettono la realizzazione di modificazioni spontanee di:
-tono muscolare (ipotonicita’)
-funzione vascolare(iperemia vasale periferica)
-attivita’ cardiaca e polmonare
-equilibrio neurovegetativo
-stato di coscienza.
AUTOGENO= che si genera da se’; qui a differenza dell’ipnosi, che e’ eterodiretta cioe’ indotta dal terapeuta, l’equilibrio psicofisico si recupera con esercizi che ovviamente si apprendono dal terapeuta, ma verranno
poi effettuati in totale autonomia.
Sono tre le basi della psicoterapia autogena:
1) TEORIA BIONOMICA: bionomia e’ un termine che deriva dalla biologia e si riferisce all’ordine biologico legato ad un insieme di leggi vitali; tale ordine vale anche per il piano psichico.
Per trovare l’equilibrio e’ fondamentale aderire alle leggi della vita, che riguardano l’organismo nella sua totalita’ psiche-soma (il divenire, l’autoplasmarsi, l’adesione al piano, la relazione con l’ambiente, la riproduzione, il compimento dotato di senso..). Di conseguenza secondo Schultz la nevrosi e’ da intendersi come insieme di avvenimenti antibionomici, in contrasto cioe’ con le leggi ed il senso della vita. Secondo Schultz non e’ l’indole emotiva in se’ che porta alla nevrosi, ma le emozioni elaborate in modo erroneo, che portano ad atteggiamenti psichici errati. Perche’ la scossa emotiva diventi sorgente di nevrosi, tra l’emozione e colui che la vive deve esserci una disposizione abionomica, quindi un conflitto. Schultz sottolinea pero’ che ogni nevrosi nasconde delle tendenze produttive, quindi in ogni conflitto vi sono delle potenzialita’ intrinseche. Il training autogeno, se svolto regolarmente permette di reindirizzare il proprio equilibrio psicofisico verso la bionomicita’ e recuperare uno stato di benessere.
2) METODO AUTOGENO: attraverso la ripetizione di formule (es: sono calmo e rilassato) in uno stato di concentrazione passiva, ottengo una commutazione: dal rilassamento o senso di calore a livello fisico, al rilassamento a livello psichico. Si lavora in base all’effetto Karpenter, il quale si era accorto dell’associazione fra idea mentale (esempio, sono calmo e rilassato) ed effetto psichico e fisico. Il metodo consiste in una parte didattica (il terapeuta insegna gli esercizi) ed una parte pratica in cui il training viene svolto sia in seduta che ovviamente a casa.
3) TECNICA : sono previsti sei esercizi di base svolti attraverso la ripetizione di formule (pesantezza- calore-cuore-respiro-plesso solare-fronte) che riflettono nella loro successione, l’Io corporeo (muscolatura striata, sistema cardiovascolare, sistema neurovegetativo e nella ripresa finale, il sistema osseo). Dopo avere acquisito la tecnica, si possono aggiungere delle formule intenzionali specifiche (FIS) o organo specifiche (FOS; ad esempio se il problema e’ la gola secca, una formula specifica potrebbe essere, la mia gola e’ fresca).
BENEFICI DEL T.A.
1) A livello fisiologico la concentrazione passiva sulle formule (es: il mio respiro e’ regolare)
permette modificazioni a diversi livelli: -rilassamento muscolare -aumento temperatura cutanea -diminuzione frequenza cardiaca -riduzione pressione arteriosa (5-25%) -a livello
dell’apparato digerente motilita’ piu’ regolare, aumento calore epigastrico, aumento flusso
ematico e mucosa gastrica -riduzione produzione cortisolo (ormone dello stress) -aumento
onde α fusate (EEG) -riduce la percezione del dolore (perche’ riduce la reazione emotiva di paura). Risulta quindi indicato per regolarizzare la funzione dell’apparato digerente (es gastrite, colite, diarrea psicogena…), circolatorio (tachicardia sinusale con base emotiva, aritmie..), respiratorio (es. tosse nervosa, sinusite cronica, asma bronchiale), apparato endocrino (es disfunzioni tiroidee) e ginecologico (es dismenorrea, preparazione al parto).
2) Smorzamento risonanza emotiva: aiuta cioe’ a fornire risposte piu’ equilibrate agli stimoli emotivi , senza ingigantirli, ma vedendoli nella giusta prospettiva. Riduce l’ansia in maniera significativa, migliora il ritmo sonno-veglia, il tono dell’umore. Ha buone applicazioni anche per le fobie, come l’euretofobia o paura di arrossire che e’ caratterizzata da una forte reattivita’ vasomotoria, i disturbi psicosomatici, pensieri ossessivi, ansia anticipatoria. E’ quindi indicato nei disturbi d’ansia, nei pensieri ossessivi, nelle fobie, ma in generale in tutte quelle situazioni di squilibrio o crisi che si ripercuotono inevitabilmente sul sistema psiche-soma. Ovviamente e’ utilizzato come strumento di prevenzione e ottimizzazione dei risultati in ambito scolastico (es ansia esami), sportivo (ansia da prestazione) e lavorativo.
3) A livello fisiologico la concentrazione passiva sulle formule (es: il mio respiro e’ regolare)
permette modificazioni a diversi livelli: -rilassamento muscolare -aumento temperatura
cutanea -diminuzione frequenza cardiaca -riduzione pressione arteriosa (5-25%) -a livello
dell’apparato digerente motilita’ piu’ regolare, aumento calore epigastrico, aumento flusso
ematico e mucosa gastrica -riduzione produzione cortisolo (ormone dello stress) -aumento
onde α fusate (EEG) -riduce la percezione del dolore (perche’ riduce la reazione emotiva di paura). Risulta quindi indicato per regolarizzare la funzione dell’apparato digerente (es gastrite, colite, diarrea psicogena…), circolatorio (tachicardia sinusale con base emotiva, aritmie..), respiratorio (es. tosse nervosa, sinusite cronica, asma bronchiale), apparato endocrino (es disfunzioni tiroidee) e ginecologico (es dismenorrea, preparazione al parto).
4) Smorzamento risonanza emotiva: aiuta cioe’ a fornire risposte piu’ equilibrate agli stimoli emotivi , senza ingigantirli, ma vedendoli nella giusta prospettiva. Riduce l’ansia in maniera significativa, migliora il ritmo sonno-veglia, il tono dell’umore. Ha buone applicazioni anche per le fobie, come l’euretofobia o paura di arrossire che e’ caratterizzata da una forte reattivita’ vasomotoria, i disturbi psicosomatici, pensieri ossessivi, ansia anticipatoria. E’ quindi indicato nei disturbi d’ansia, nei pensieri ossessivi, nelle fobie, ma in generale in tutte quelle situazioni di squilibrio o crisi che si ripercuotono inevitabilmente sul sistema psiche-soma. Ovviamente e’ utilizzato come strumento di prevenzione e ottimizzazione dei risultati in ambito scolastico (es ansia esami), sportivo (ansia da prestazione) e lavorativo.
Dott.ssa Silvia Seta, psicologa psicoterapeuta
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